Giochiamo a… Hostage Negotiator

Continuo la mia serie di recensioni per giochi da fare in solitaria iniziata con l’horror Until Dawn: oggi vi presento Hostage Negotiator, un veloce gioco che mischia azzardo e pianificazione e che vi vedrà protagonisti nel cercare di salvare quante più vite innocenti in mano a un pericoloso sequestratore.

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Come leggerete, questa non sarà una recensione con voti e tutto il resto, ma quanto più un’impressione di gioco relativa alle mie partite al tavolo. Un modo semplice per portare all’attenzione boardgames che, per qualche motivo, mi hanno colpito e divertito nelle mie serate di gioco.

Hostage Negotiator è acquistabile nei maggiori store online che trattino giochi di importazione ed è in lingua inglese.

Background e setup della partita

Hostage Negotiator ci vede protagonisti nei panni di un negoziatore che deve convincere un sequestratore a rilasciare tutti gli ostaggi. Potremo scegliere tra 3 diversi “avversari”, ognuno con caratteristiche e richieste di riscatto differenti.

Il gioco si svolgerà su più turni, con un’interessante meccanica di acquisto e uso delle carte.

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Il gioco ha una componentistica molto ispirata:

  • Una plancia di gioco con un contatore per tenere traccia del livello di minaccia dell’attentatore e quanti ostaggi sono stati salvati.
  • Un mazzo di carte terrore che a fine turno simuleranno le azioni (spesso disperate) dell’attentatore.
  • Un mazzo di carte discorso; sono il cuore del gioco e vengono usate per ottenere vari bonus.
  • Dei meeple per gli ostaggi.
  • Le carte richiesta dell’attentatore (sono personalizzate sui 3 della scatola base) per dare varietà alla sfida proposta.

Il setup e molto veloce: si posiziona la plancia con un numero di ostaggi indicato dalla carta attentatore, stesso discorso per il livello di minaccia. Si pesca una richiesta maggiore (il motivo del sequestro) e una richiesta di fuga, e si mettono coperte vicino alla carta attentatore. Per finire, si compone la mano delle carte discorso con tutte quelle di costo 0 e si mettono le altre scoperte sotto la plancia in ordine di costo.

Già dal setup e dando una letta veloce alle carte, si vede quanto il flavour del gioco sia azzeccatissimo, e per un gioco da fare in solitaria l’ho trovato un elemento davvero positivo.

Svolgimento della partita

Il gioco si divide in tre fasi.

Nella prima fase si giocano le carte discorso dalla mano; leggendo i testi si entra nel vivo della trattativa, passando da carte con “cerchiamo di mantenere la calma” a “ho bisogno che tu mi creda” per finire con cose come “dentro la SWAT!”. Ogni carta richiederà un lancio di dadi e potrà dare 3 possibili risultati: fallimento, 1 successo o 2 successi. In base al risultato, otterremo vari benefici:

  • Punti discorso: fondamentali per rimpinguare la propria mano nella fase due e soprattutto accedere alle carte più “forti”. Inoltre, non potremo comprare le carte usate nel turno corrente, per cui quelle a costo 0 spesso saranno disponibili solo a turni alterni.
  • Diminuite il livello di minaccia: più sarà basso e più dadi potremmo tirare quando useremo le carte.
  • Rilasciare un ostaggio: mettendolo al sicuro.
  • Effetti vari: come ottenere dei rilanci o dadi aggiuntivi per la fase corrente.

Ovviamente un fallimento porterà conseguenze negative opposte ai vantaggi, potremo giocare tutte le carte che vorremo, anche tutte, a meno che un fallimento di tiro non segnali la chiusura della fase prematuramente.

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In questo frangente, il gioco è molto d’azzardo e bisogna pianificare bene le proprie mosse; ci sono comunque sistemi per aggiustare tiri troppo sfortunati, spendendo carte extra, e questo mi ha lasciato la buonissima impressione che nessuna regola sia lasciata troppo al caso o senza controllo.

Nella seconda fase possiamo spendere i punti discorso accumulati per accedere a nuova carte e pianificare il prossimo turno.

Le carte discorso sono molte e varie, permettendo l’impostazione di diverse strategie.

La terza fase è quella in cui muoviamo il sequestratore semplicemente girando una delle carte terrore e applicando gli effetti. Anche se sembra poco, le carte spesso ribaltano la situazione aggiungendo nuovi ostaggi o aumentando il livello di minaccia e scombinando le carte in tavola.

Le carte terrore scandiscono anche la durata della partita, sono 10 + 1 con un evento topico che sancisce l’ultimo disperato tentativo del sequestratore di fuggire; anche se sembrano molte, il gioco è ben calibrato e finiranno molto prima di quanto pensiate!

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Il gioco prosegue nelle sue tre fasi, vinceremo liberando tutti gli ostaggi (e avendone più della metà vivi) entro la fine delle carte terrore.

Hostage Negotiator ricrea molto bene il feeling dei tipici film con negoziazioni per ostaggi e, su più partite, ci si accorge di alcune piccole chicche: come le richieste, coperte all’inizio, possono essere rivelate con un apposito discorso; se accettate una richiesta, si ottenete un bonus per il turno corrente ma anche un malus per il resto della partita. Il sequestratore vuole una pistola: se concessa il livello di minaccia scenderà, ma per il resto della partita potrebbe uccidere gli ostaggi con molta più facilità, cosa sceglierai di fare?

Pregi e difetti

Devo dire che non mi aspettavo un gioco così divertente. Hostage Negotiator ti soprende a ogni partita, e solo dopo diversi tentativi si iniziano a scoprire certe piccole interazioni tra le carte che danno davvero un bel ritorno dal punto di vista tattico. Un bel mix di azzardo e pianificazione.

Pregi:

  • Semplice una volta compresi i meccanismi, partire rapide.
  • Grafica azzeccatissima e feeling generale davvero ben curato.
  • Le partite variano con il variare del sequestratore e sopratutto sono sempre molto combattute fino all’ultimo turno.

Difetti:

  • C’è comunque una discreta alea nella fase dei discorsi e capita, anche se raramente, di incappare in un partita che proprio non ne vuol sapere di andare nonostante tutti i meccanismi di controllo. È un difetto, anche se sulla durata media di 20 minuti a partita, molto trascurabile.
  • Mi è capitato di trovare, in alcune partite, un loop di carte particolarmente conveniente che, se non viene spezzato dalla carta terrore giusta, permette di chiudere con una certa facilità. Capita di rado, ma il fatto che non ci sia un’IA umana contro che valuta che carte giocare, lo rende inevitabile.