L’intervista del Ninja a… Gabriele “Raccontami una storia” Mari.

Bentornati a tutti gli amici del nostro blog, questa volta per una intervista a un noto game designer, che proprio in questo periodo ha visto  l’uscita di un suo nuovo titolo sul mercato.

Ninja: Vi presento Gabriele Mari, famoso per titoli come “Lettere da   Withechapel”, “MisterX” e “Garibaldi, la trafila”. I gamer sicuramente ti conosceranno e conosceranno la tua “carriera pubblica”, ma ci vuoi raccontare qualche cosa di te “privato”?

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Gabriele Mari, nato a Ravenna, classe 1973.

Gabriele: Ciao a tutti! La mia “carriera pubblica” di game designer è quella un po’ più in pasto ai social: i miei lati più privati sono la mia famiglia (sono sposato e ho quattro fantastici figli maschi tra gli 8 e i 4 anni) e il mio lavoro di educatore (lavoro da quasi vent’anni in una cooperativa sociale e mi occupo di ragazzi affetti da autismo). Le mie passioni (che ogni tanto traspaiono anche nei giochi) sono la musica rock ed elettronica, il cinema (soprattutto quello di genere, in primis horror e fantascienza), i fumetti, il trekking e i gatti, tanto per dire le prime che mi vengono in mente.

Ninja: La domanda di rito: come ti è nata la passione per i boardgame? Anche tu da ragazzino hai passato pomeriggi da nerd, con amici attorno al tavolo o la tua passione si è sviluppata in un secondo tempo?

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Garibaldi la trafila, un prodotto nato dopo un’attenta ricerca storica.

Gabriele: La mia passione è iniziata da ragazzino, quando i miei genitori cominciarono a regalarmi i giochi da tavolo che si trovavano al supermercato (che poi sono gli stessi che trovi ora, ops!): la classica triade Monopoli, Risiko e Cluedo. Poi la scoperta del fantasy, prima con i libri di Lupo Solitario e poi con la scatola rossa di Dungeons&Dragons. Avevo finalmente trovato i giochi che mi piacevano: che fossero di ruolo o in scatola, i giochi per piacermi dovevano “raccontarmi qualcosa”, farmi immergere nel loro mondo, fosse esso fantasy, investigativo o avventuroso. E sì, di pomeriggi da nerd ne ho passati tanti 🙂

Ninja: Quale è stata la “scintilla” che ti ha fatto fare il grande passo e cambiare, da utente di giochi a creatore di giochi.

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“Raccontami una storia” nella versione che troverete in vendita nei negozi.

Gabriele: Penso che chiunque giochi, dopo un po’ comincia a fare le proprie modifiche ai giochi preferiti, a inserire le proprie house rules per migliorare quello che non gli piace. Aumenta la consapevolezza di quello che hai per le mani e di quali obiettivi ludici vuoi raggiungere, e di conseguenza ti ingegni per raggiungerli. La scintilla è stata la voglia di proporre ai clienti della Ludoteca dei Cacciatori di Teste di Ravenna un gioco che parlasse della fuga di Garibaldi attraverso le paludi della zona, da giocare in occasione di un importante anniversario storico, ormai dieci anni fa: da questa esigenza concreta nacque il gioco “Garibaldi – La Trafila”, il mio esordio, quasi casuale, come game designer.

Ninja: Ultimamente abbiamo assistito all’uscita di “Raccontami una storia”, gioco interessante che si colloca a pieno titolo nella categoria “story telling”. Personalmente lo ritengo “un uovo di Colombo” è un idea semplice e al contempo geniale. La meccanica è veramente intuitiva e lo si può far giocare a tutti. Ci puoi raccontare l’iter che ti ha portato alla realizzazione di questo titolo?

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“Raccontami una storia” nella versione ottenibile con i “punti” CONAD.

Gabriele: Anche qui c’è stata un’intersezione di esigenze concrete e di suggestioni provenienti da più parti: volevo un gioco che mi aiutasse a creare storie insieme ai miei figli e ai ragazzi autistici che seguo quotidianamente, e nessuno dei giochi in commercio rispondeva ai miei bisogni. Ho così shakerato idee provenienti dai giochi con carta e matita che si facevano alle elementari (in cui si scriveva un nome su un bigliettino, si ripiegava, si passava agli altri giocatori, e man mano si costruiva una scenetta alla cieca) con le proposte che Gianni Rodari fa all’interno di “Grammatica della Fantasia” (prima fra tutte il “binomio fantastico”, ovvero l’accostamento di due termini che già da solo scatena la fantasia e genera una storia); aggiungici la Comunicazione Aumentativa Alternativa (lo strumento di comunicazione attraverso le immagini che si usa con i ragazzi autistici), la “Morfologia della Fiaba” del semiologo Propp, tante partite a Dixit e Apples to Apples, mescola bene e ottieni “Raccontami una Storia”.

Ninja: Degno di menzione, anche il successo che hai ottenuto, nel riuscire a far distribuire il gioco tramite la raccolta punti del Conad. Penso sia un grande traguardo, non mi ricordo di precedenti casi in cui “il mass-market” si sia interessato a un settore di nicchia come il gioco in scatola.

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Bellissimi i disegni, a metà fra “la favola e l’umoristico”

Gabriele: Ci sono degli altri casi ma in effetti questo è stato uno dei più eclatanti, e devo darne merito a Pendragon Game Studio. È stato sicuramente un esperimento molto positivo che ha dato una grandissima visibilità non solo al gioco stesso, ma anche a questa tipologia di giochi (da tavolo, intelligenti, chiamali come vuoi) che spesso sono poco conosciuti dai più e che non arrivano alla
grande distribuzione. Man mano che giro a fare presentazioni e dimostrazioni di Raccontami una Storia mi rendo conto di quale diffusione capillare e insospettabile abbia avuto la versione da supermercato. In molti genitori mi dicono che hanno cominciato a cercare questo genere di giochi nei negozi specializzati dopo essere entrati in contatto con la versione Conad del gioco, e questo è un grandissimo risultato non solo per noi, ma anche per tutto il mondo del gioco da tavolo italiano.

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Altre carte, presenti nel gioco.

Ninja: Altra notizia degna di nota, è che a fine ottobre, giustamente in periodo Halloween è uscita una seconda versione di “Raccontami una storia”, che si chiama “Raccontami una storia Halloween”, in cui le immagini delle carte prendono a piene mani dall’universo horror dell’immaginario collettivo. Ci puoi raccontare qualche cosa di questo progetto? È una versione stand alone, ovvero è giocabile senza possedere il set base, giusto? Ma la cosa che mi intriga di più è la possibilità di fare un “crossover” mischiando i 2 set di carte delle due scatole! È possibile? (NdN: Sai personalmente sono un fan del genere horror e vedere “Raccontami una storia” in veste horror mi ha esaltato! 😉

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“Raccontami una storia Halloween”, uscito in occasione di Lucca 2016

Gabriele: Raccontami una Storia – Halloween è stato presentato in anteprima a Lucca Comics & Games e ora è uscito ufficialmente in tutti i negozi specializzati. È il secondo set di quella che dovrebbe diventare una lunga serie (speriamo!) di tematizzazioni diverse ed è stato sviluppato direttamente da Asmodee North America sotto la nostra supervisione. Il set è strutturato come la prima scatola (contiene due nuovi mazzi narratore, nuovi gettoni vittoria, nuove carte personaggi, luoghi, oggetti, caratteristiche e azioni, tutte magistralmente illustrate da un Riccardo Crosa in gran forma) ed è a tutti gli effetti stand alone. Mescolare i set diversi è possibile (e divertentissimo!) a patto di utilizzare qualche accorgimento per far sì che il narratore di turno non veda i retri delle carte proposte, poiché per precisa scelta editoriale di Asmodee i retri di ogni set sono diversi, cosa che può influire sulla scelta della carta. Per ovviare a questo io consiglio o di giocare con bustine protettive dal fondo colorato, oppure di far raccogliere le carte proposte al giocatore precedente al narratore di turno (che avrà cura di celare i retri e di mescolarle accuratamente), oppure, ancor più semplicemente, di far chiudere gli occhi al narratore al momento della proposta delle carte (modalità che piace molto ai più piccoli!)

Ninja: Sono in previsione altre versioni di “Raccontami una storia”, magari tema poliziesco, in salsa Cthulhu, storico o horror VM18??? (NdN: Horror VM18 sarebbe mitico, mi immagino già la carta con Samara la bambina di “The ring”  )

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Pendragon, la casa editrice che ha portato sul mercato “Raccontami una storia”.

Gabriele: Come anticipavo prima, Raccontami una Storia dovrebbe diventare una vera e propria serie di ambientazioni, di cui però al momento non posso rivelare ancora nulla. Molto dipenderà dalla strada che prenderà il gioco al di fuori di Stati Uniti e Italia, al momento gli unici due paesi in cui è uscito. Di idee in cantiere ce ne sono tante, ma tutto dipende da Asmodee France, quindi incrociamo le dita…

Ninja: Torniamo a te, oltre che game designer so che sei anche un gamer. A cosa giochi ultimamente, quale è il tuo genere preferito? Ci puoi citare qualche titolo che ti è piaciuto particolarmente e reputi un uon lavoro di game design?

Gabriele: Venendo dal gioco di ruolo, mi piacciono i giochi che ti fanno vivere una storia, che ti fanno sentire la tematicità dell’ambientazione, che ti comunicano un’emozione quasi narrativa: detto questo, nell’eterna lotta tra eurogames e ameritrash, solitamente propendo per i secondi, anche se non sono un fanatico o un estremista. Ultimamente, per diletto, con i miei amici e i miei figli, mi sono fatto dosi pesanti di Dead of Winter, Survive (The Island), FlashPoint, The Great Dalmuti e The Resistance, ma in realtà cerco di variare molto e di non fossilizzarmi troppo sugli stessi titoli. A livello di game design l’ultimo gioco che mi ha colpito è stato Splendor: scorrevole, pulito, semplice e nello stesso tempo elegante nella meccanica.

Ninja: Siamo alle ultime domande porta pazienza ;). Sicuramente il mercato del gioco in scatola attuale sta vivendo una golden age senza precedenti con decine di giochi in uscita regolarmente ogni mese. Fra riedizioni, edizioni deluxe, kickstarter e nuove uscite, l’offerta, a mio parere, è molto superiore alla domanda. Puoi esprimere una tua considerazione in questo senso?

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Gabriele Mari è anche Team Manager di Professor Cobblepot.

Gabriele: Ci sono troppi giochi all’interno del mercato specializzato e troppo pochi giocatori, soprattutto in quello non specializzato. Bisogna allargare la base, lavorare dal basso su un ampliamento della cultura del gioco nel nostro paese. Io, nel mio piccolo, compro pochi giochi (rispetto alla media dei giocatori compulsivi) ma compro quelli che “mi servono”, che sono sicuro di giocare e di far giocare ad altri, e prima di comprarli o li ho provati o almeno ne ho letto il regolamento. Non capisco quelli che comprano a scatola chiusa (che sono poi anche i primi a lamentarsi) così come non capisco quelli che comprano dieci giochi al mese e poi non sanno con chi giocarci.

Ninja: Ti ringrazio Gabriele per la tua disponibilità, è stato un piacere poterti intervistare e non vedo l’ora di poter giocare a “Raccontami una storia Halloween”

Gabriele: Grazie a te e a tutti voi della Torre Nera! Quando giocherai ricordati che statisticamente le carte personaggio “Prete” e caratteristica “Paranoico” (non necessariamente abbinate, eh eh) sono fortissime (quasi quanto “Zoppo” e “Piffero” nella versione Fiabe).

Ninja: Prima o poi ci incontreremo ad una fiera, me la fai una bella dedica nel coperchio della scatola? 😉

Gabriele: Mi fa sempre strano quando mi chiedono dediche e autografi, ma li faccio molto volentieri!

Ninja: Ancora una saluto e un grazie, ciao.

Gabriele: Ciao!