GRV spiegato a mia nonna | Orchestrare l’Orrore

Una serata di Gioco di Ruolo dal Vivo rappresenta un singolo momento della non-vita dei Dannati. È una notte, un’occasione per incontrarsi e condividere il Requiem, l’eterna danza di sotterfugi e depravazione. Come nella Commedia dell’Arte, i Giocatori incarnano il ruolo degli attori, costretti ad improvvisare entro i confini di un canovaccio oscuro la cui stesura spetta invece ai Narratori. Affinché lo spettacolo sia di successo è necessaria una cura particolare.

Idealmente una serata dura dalle 4 alle 5 ore. Se si ragiona strettamente in termini di Ambientazione, una tale porzione di tempo è irrilevante nell’esistenza di creature libere dai limiti della mortalità. È, appunto, un singolo istante. Nella realtà ha invece un peso enormemente più grande ed a seconda del caso può durare quanto un’istante di euforia oppure trasformarsi in un’interminabile agonia. Questo dipende sicuramente in parte delle dinamiche di gioco, perché quando si è in attesa del giudizio del Principe dopo aver cospirato contro di lui ogni attimo sembra eterno, ma un ruolo importante lo riveste la stesura di una trama narrativa ben cadenzata. Le necessità narrative, ossia tutto l’insieme di accadimenti necessari per il proseguo della Trama in un’ottica generale, devono lasciare il giusto spazio alle iniziative dei Personaggi, intese sia come lo sviluppo delle relazioni intra-PG sia come momenti di puro gioco interpretativo fine a sé stesso. Questo avviene posizionando gli eventi indispensabili in maniera strategica con un’attenzione particolare allo scorrere del tempo, affinché la conclusione della serata giunga quando tutto il necessario è stato fatto e lasci i Personaggi con un senso di soddisfazione e completezza.

La regola aurea è che, a dispetto di qualsiasi ragionamento interno al gioco, una serata d’intrattenimento ludico-teatrale deve essere coinvolgente ed accattivante. I Giocatori devo sentirsi parte degli eventi e devono essere motivati tanto a parteciparvi quanto a sviluppare il  gioco a livello personale. A tale scopo i Narratori devono cercare di distribuire gli Eventi di scaletta – come l’ingresso di un Personaggio Non Giocante importante – in maniera tale che essi riducano al minimo i momenti morti – quelli in cui i Giocatori vagano smarriti senza aver nulla di particolare da fare – ma senza che essi risultino invadenti, arrivando ossia a spezzare il gioco sviluppato spontaneamente. Devono armonizzarsi con la Danza Macabra, non esservi incastrati a forza. Affinché ciò si realizzi la collaborazione dei Giocatori è imprescindibile, perché anche il miglior evento di gioco risulta irrilevante se nessuno vi da seguito, ma l’idea generale è che debba essere in primis la Narrazione ad offrire valide ragioni d’interesse.

In questo frangente l’aspetto più complesso è mantenere un equilibrio fra la volontà di far giocare tutti i partecipanti alla serata ed il rischio di forzare il loro gioco soltanto per impegnarli in qualcosa. Motivare i Giocatori è un compito delicato, bisogna agire in maniera tale che la presenza della Narrazione nelle sue varie vesti sia difficile da ignorare senza comunicare indirettamente la necessità d’interagirci per trovare gioco. La differenza, se vogliamo, fra l’oscuro viandante seduto in ombra all’angolo della locanda ed il vecchio contadino con un gigantesco punto esclamativo sopra la testa che grida “QUEST” con tutto sé stesso.

La misura della buona riuscita di una sessione di GRV viene, ovviamente, dal feedback dei Giocatori tanto a caldo quanto a freddo e dal volume di gioco che si sviluppa nei momenti immediatamente successivi al Live. Una nota particolare, essendo la nostra un’associazione declinata su più Capitoli, merita il grado di soddisfazione ricevuto dai Giocatori provenienti da un’altra città e quindi dai contesto differente da quello locale sotto molti aspetti, in quanto esso permette di aggiustare la resa narrativa per adeguarsi allo standard Nazionale e fornisce un punto di vista differente sul quale riflettere. Sulla base di questi elementi la Narrazione può così aggiustare il tiro al fine di affrontare la sessione successiva con spirito di miglioramento e la sincera volontà di far divertire tutti.

Questo segna la fine dell’articolo. Come sempre, se desiderate che venga trattato un argomento particolare o avete delle domande, sentitevi liberi d’inserirle nei commenti ed io cercherò di venirvi incontro al meglio delle mie (relative) capacità.

Per ora l’augurio di una Lunga Notte e, sino al nostro prossimo incontro, complottate con giudizio!


Edoardo Bressan
AVST Bologna
Gruppo Letterario Camarilla Italia
www.camarillaitalia.it