Boardgame con “campagna” (no non stò parlando di giocare in ambiente rupestre 🙂 ), un “tipologia” di gioco sconosciuto ai più, sopratutto per chi conosce solo Mopoli e Risiko. Ultimamente si stà facendo largo, nel mondo dei boardgame il gioco con “modalità campagna”, ovvero una serie di partite (che puà variare da un minimo di 3 o 4 sino anche a 10-12), collegate frà di loro, come se i giocatori piano piano “svolgessero” i capitoli di un libro.
Prima di tutto, per affrontare una Campagna bisogna avere un gruppo di gioco “solido” che si riesca ad incontare almeno una volta ogni due settimane e in secondo i giocatori devono sapere che se iniziano la campagna devono anche portarla a termine e farsi tutte le “N” partite senza abbandonare, si perchè questo “abbandono” andrebbe a rovinare l’esperienza anche a tutti i compagni. Se siete giocatori che vi stancate presto di un gioco e che se siete sfortunati, perdete interesse per la partita, LASCIATE STARE IL SISTEMA CAMPAGNA.
In una nuova “Golden Age” del gioco in scatola, in cui ogni mese si possono contare sino a 30-40 nuove uscite (fra kickstarter e non) i produttori stanno cercando di esplorare tutte le possibilità e le varianti. La “Campagna” non è proprio un invenzione recentissima, in quanto l’idea è presa dal mondo dei giochi di ruolo, ma bene si adatta al gioco da tavolo. Immaginatevi di fare una partita ad un gioco in scatola di vostra scelta, e al termine, prima di mettere via, a seconda di come è andata, la mappa o le regole si possono modificare. State giocando a Risiko, vincete con i cararmatini rossi, e per la partita seguente, avrete il ruolo di “governo mondiale” a cui si opporrano tutti gli altri giocatori, perchè la storia vuole che avete vinto voi la prima partita vi siete guadagnati “il dominio del mondo”… mica poco vero?!
Il sistema “Campagna” permette di portare i progressi di una partita nella partita seguente. Se siete un eroe che si aggira per sotterranei e avete trovato oggetti magici e tesori, li avrete anche nella partita seguente. Oppure piano piano, come investigatori, sbrogliate casi irrisolti o ancora potenziate il vostro team in una serie di gare che si svolgeranno per una stagione.
Le mie esperienze nell’ambito di giochi a campagna sono tutte piuttosto recenti, diciamo negli ultimi due anni (che in fin dei conti è il periodo in cui questo genere è emerso maggiormente). Ho giocato ad Arcadia Quest, un gioco su 5 o 6 partite, in cui il tuo team di eroi si contrappone al team di eroi di altri giocatori per portare a compimento determinate missioni. Il fattore “campagna” in questo gioco riguarda la crescita e il potenziamento dei personaggi che missione dopo missione diventano più forti per contrapporsi a sfide sempre maggiori. Ho provato la campagna di Dungeon Saga gioco di esplorazione sotterrani in cui gli eroi cercano di eliminare il “cattivone di turno”. Il fattore “campagna” consiste nel fare crescere i personaggi per prepararli al cattivo finale. Mech vs Minion dove 4 giocatori al comando di 4 mech, dovevano affrontare una serie 10 di missioni, per salvare il loro regno. La cosa interessante è che affrontando capitolo dopo capitolo vieni messo al corrente dell’evoluzione della storia e degli ostacoli che bisogna superare. Pathifinder card game, bellissimo gioco di carte, anche qui il sistema campagna consiste nel potenziare il proprio personaggio per renderlo più forte e capace di affrontare nemici sempre più grossi. Le Case della Follia e Sherlock Holmes consulente investigativo, sistemi a campagna atipici, in quanto ogni missione svolta è un capitolo a se, ma tutte le missioni sono attraversate da un filo conduttore che aiuta a comprendere meglio l’evolversi delle vicende. Last Friday, sistema a campagna su 3 o 4 partite dove un gruppo di teenagers deve sopravvivere al “mostro” che infesta il camping. La campagna si svolge in 4 capitoli e le azioni compiute in un capitolo hanno ripercussioni sul capitolo seguente. Potrei citare diversi altri titoli, ma penso di avervi reso l’idea.
Ok… ma quali difetti può avere un gioco con sistema a campagna.? Oltre alla già citata richiesta di “disponibilità” dei partecipanti, troviamo un altro difetto ovvero la rigiocabilità. Se è vero che giocando una campagna si apprendono parti di una storia, si evolvono i personaggi e mutano le condizioni di gioco, una volta fatto tutto questo e finite la serie di partite… la voglia di giocarlo nuovamente finisce… come quando si è finito di leggere un libro o si è portato a termine un videogame, la voglia di riprenderlo in mano è poca, salvo riconsiderarlo dopo diverso tempo di deposito sullo scaffale.
Concludo, se non avete mai provato un gioco con sistema a campagna vi consiglio di provarlo, magari partendo con qualche cosa di breve ( 3 o 4 sessioni tipo Last Friday) potrebbe essere un esperienza molto divertente… unica considerazione, per la buona riuscita della campagna scegliete gli amici giusti… ma questo non vale solo per i boardgame 😉 .
Ciao Fabio.