Ciao a tutti ragazzi. Per l’articolo di oggi voglio prendere spunto da due grandi “eventi” che hanno investito l’universo videoludico in queste ultime settimane. Il primo è stato il rilascio della Open Beta di “Overwatch”, l’ultima fatica targata Blizzard (per chi non lo sapesse, sono gli stessi che hanno sviluppato World of Warcraft, Diablo e Starcraft). L’altra (meno piacevole, almeno per gli sviluppatori) è stata l’uscita del trailer di lancio di “Call of Duty: Invinite Warfare” della Infinity Ward.
Per quanto riguarda “Overwatch”, interessante mix tra fps e moba, ci sono ben poche cose da dire. La nuova opera della Blizzard, nonostante fosse soltanto in Beta, mostra la solita cura e passione che la casa produttrice statunitense mette all’interno di ogni sua singola opera. È un gioco visivamente bellissimo, che, seppur ricalcando le orme di “Team Fortress 2”, riesce ad offrire un’esperienza di gioco unica, godibilissima e ad alto tasso di divertimento. Un titolo che, ad una settimana dalla release, è sulla bocca di tutti, e a cui tutti non vedono l’ora di giocare, da soli ma, ancora meglio, in compagnia. Questo anche grazie all’immensa e intelligente campagna pubblicitaria portata avanti dalla Blizzard, con clip cinematografiche e fumetti rilasciati online tesi a spiegarci le origini dei vari personaggi e ad incrementare l’hype per l’uscita del titolo. Un titolo che farà sicuramente la gioia di ogni appassionato del genere fps, e di chiunque abbia voglia di provare qualcosa di nuovo ed interessante.
Dall’altra parte, abbiamo il trailer rilasciato da Infinity Ward sul loro prossimo gioco in uscita della serie “Call of Duty”: “Infinite Warfare”, ennesimo titolo a tema fantascientifico della saga. Ad oggi, mentre scrivo, su Youtube il trailer è stato visualizzato 22.574.960 volte, con 337.837 “mi piace” e la bellezza di 2.338.681 “non mi piace”. Più di due milioni di dislike (non è record, però. Il record per il maggior numero di dislike per un video di Youtube è di quattro milioni e mezzo circa, e lo detiene “Baby” di Justin Bieber). Un numero ENORME di commenti negativi per il video, visto anche il successo che il brand di Cod ha avuto fin ad oggi. Ma come si spiega tutto questo accanimento della rete per il nuovo titolo della Infinity Ward? E cosa hanno in comune “Overwatch” e “Infinite Warfare”?
Per rispondere alla prima domanda, partiamo dal presupposto che “Infinite Warfare” è già il terzo titolo consecutivo della saga ad avere tematiche ed ambientazioni fantascientifiche: già “Advanced Warfare” e “Black Ops 3” aveva esplorato un “lontano” futuro, pieno zeppo di robot, esoscheletri, carri armati in stile Star Wars e cose simili. Se il primo era stato apprezzato, seppur con i suoi difetti, grazie alla ventata di novità che portava non solo all’interno della saga, ma un po’ in tutto il genere degli fps del momento, già il terzo capitolo della saga “Black Ops” aveva fatto storcere il naso a parecchia gente, a causa della riproposizione della stessa ambientazione futuristica, disappunto passato in secondo piano per merito della presenza, all’interno del titolo, dell’acclamata modalità Zombie classica, che aveva mascherato la poca originalità dell’ambientazione della campagna. L’uscita di questo trailer, però, e la relativa conferma che anche il titolo della Infinity Ward avrebbe avuto il medesimo sfondo futuristico, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’utenza ha cominciato a stancarsi della solita minestra riscaldata, e lo sta dimostrando a gran voce sui social. Infinite Ward ha cercato di proseguire sul sentiero iniziato da Sledhammer Games e portato avanti dalla Treyarch, ma non si era conto che la vena della tematica fantascientifica si è ormai esaurita, e il pubblico richiede qualcosa di nuovo. Ne è una dimostrazione il fatto che il trailer del nuovo titolo sviluppato dalla concorrente Dice, “Battlefield 1”, ha ricevuto più di un milione e mezzo di “mi piace”, piazzandosi al primo posto come maggior numero di like per un video non musicale. Un risultato pazzesco, a fronte anche dal tracollo inaspettato di “Invinite Warfare”. Il perché di questa netta differenza sta tutta nel fatto che l’opera Dice sarà ambientata nella Prima Guerra Mondiale, un’ambientazione che si è vista ben poche volte negli ultimi anni, e che il pubblico richiedeva a gran voce. Dice ha sentito che il vento stava cambiando, e ha colto al volo l’occasione per offrire ciò che l’utenza chiedeva.
Ma, dopo tutto questo lungo discorso, cosa hanno in comune “Overwatch” e “Call of Duty: Infinite Warfare”? Niente, in realtà, ed è proprio di questo che volevo parlare. La Blizzard, con questo suo nuovo titolo, ha confermato ciò che di buono ha realizzato fino ad ora: ogni gioco che sviluppa è sempre una garanzia, sia dal punto di vista qualitativo che da quello creativo. Blizzard è sempre riuscita ad offrire al pubblico ciò di cui il pubblico aveva bisogno. D’altro canto, invece, Infinity Ward ha cercato di propinare all’utenza qualcosa che ormai è stato rivisitato fin troppe volte, calcando un sentiero fin troppo battuto, rischiando così di finire a gambe all’aria. Il gioco non è ancora uscito sugli scaffali e quindi non ci è dato sapere quale sarà il numero delle vendite una volta pubblicato, ma, vista l’ondata di critiche che si è scatenata sul web, difficilmente riuscirà a confermare gli ottimi numeri fatti fino ad ora dalla saga che, seppur tra alti e bassi dal punto di vista qualitativo tra un episodio e l’altro, è sempre stata in cima alle classifiche di vendita.
Riassumendo, possiamo dire che la reazione al trailer di “Call of Duty: Infinite Warfare” abbia dimostrato come la gente si sia ormai stufata della pochezza di idee che pervade il mondo videoludico (Ubisoft, dico anche a te…). Con tutto il ben di Dio che offre il mercato al momento, cercare di propinare per due, tre anni consecutivo giochi fin troppo simile è una mossa ad alto rischio di fallimento. La calorosa accoglienza ricevuto dalla Open Beta di “Overwatch” ci fa notare che, quando si rischia uscendo dal seminato con un gioco originale e ben realizzato, spesso questa scelta dà i suoi frutti.