L’importanza dell’essere creativi

Benvenuti o bentornati! Questa è una nuova puntata di “Gioco di Ruolo in pillole”: una piccola rubrica mensile, scritta per la collaborazione tra le due associazioni Camarilla Italia e Torre Nera, che si pone come scopo quello di spiegare cosa c’è alla base di questo hobby.

Una guida, stilata da me medesima senza alcuna pretesa professionale, chiara e concisa: una pillola da mandare giù tutta d’un fiato.

Lo scorso mese abbiamo visto quanto importante sia la scheda del personaggio. Va detto, però, che questa non è prevista in tutti i sistemi di gioco.

Il gioco senza scheda predilige l’interpretazione ai calcoli. I giocatori si fidano delle scelte del narratore e le azioni si svolgono in base alla verosimiglianza della scena anziché alle probabilità matematiche.

C’è chi sostiene che giocare senza sapere le abilità di un personaggio sia più difficile, se non impossibile. Ma come dicevo l’altra volta, se c’è una cosa che mi piace molto è proprio dare importanza all’interpretazione. Sono preferenze; senza una scheda si hanno ben altri vantaggi.

Quando penso a come interpretare un personaggio, posso liberare la mia fantasia quanto voglio, senza badare ai dati. Si viene catapultati in un’avventura inventata, perché non dare sfogo alla creatività?

Inizialmente, potrebbe capitare per istinto di ruolare qualcuno simile a noi stessi: le reazioni del personaggio sono quelle che avremmo noi al suo posto, così come i pensieri, le abilità e così via. Il divertimento maggiore sta nel cambiare gradualmente e mettersi alla prova, fino ad arrivare ad interpretare con naturalezza qualcuno che è totalmente differente. Si è soliti, per questo, prendere ispirazione da altri personaggi inventati che possono aver colpito, o di cui si è fan, e che possano calzare bene per il personaggio in questione.

Per non incorrere nel rischio di avere personaggi simili nella stessa cronaca, un esempio di sistema che viene in soccorso è quello dell’autore Monte Cook: negli ultimi anni il gioco Numenera da lui inventato sta riscontrando un incredibile successo, anche grazie alla semplicità di creazione del personaggio. Questa, infatti, si basa sulla costruzione di una frase: “Sono un – sostantivo, aggettivo – che – verbo”. Il mio, attualmente è: “Sono un tech temerario che domina i fulmini”. L’aggettivo descrive, il sostantivo qualifica e il verbo specifica una determinata abilità. Così facendo le combinazioni sono talmente vaste che è improbabile avere due giocatori che interpretano similmente nella stessa avventura.

Il mondo è bello perché è vario, una scheda “alla D&D” può limitare questo aspetto.

Stilare un background diventa importante per intuire cosa un personaggio potrebbe effettivamente fare nel presente della storia.

Ad esempio, mi è capitato di ruolare un uomo che poteva contare sulla mafia per sistemare i propri problemi. Questo perché, in passato, i suoi servigi sono stati utili all’organizzazione cui apparteneva, tanto da poter richiedere favori in futuro.

Tutto questo fermo restando che il Master ha in pugno il gruppo di gioco. È lui che ha l’ultima parola sulle azioni, interagendo con i giocatori cerca di giungere ad un compromesso sensato, dato dall’impegno, dall’ingegno e dalla creatività dei giocatori stessi.

Il modo in cui tutti i giocatori, master compreso, si porranno nei confronti del gioco, determinerà la qualità del gioco stesso. Determinerà il divertimento dei coinvolti: è sempre a questo che si punta.

 

Grazie per aver letto il mio articolo. Alla prossima!

 

 

Tiziana Valentino

Gruppo letterario Camarilla Italia

www.camarillaitalia.com