L’importanza delle patch al giorno d’oggi

Per l’articolo di oggi voglio prendere spunto dall’uscita di ieri della prima patch di Overwatch, che ha nerfato (in gergo, “indebolito”) due dei personaggi più utilizzati dai giocatori: McCree e Widowmaker. La patch ha riequilibrato solo in parte gli equilibri nel campo di battaglia, visto che alcuni eroi restano pur sempre una spanna superiori agli altri. Comunque, gli eroi che ne sono stati influenzati hanno subito delle modifiche abbastanza drastiche, vedendo di gran lunga ridotto il loro potenziale combattivo. McCree ha subito un netto calo dei danni provocati dalla sua letale sventagliata, rendendolo molto meno efficaci contro i tank, personaggi con un grande quantitativo di salute. Per quanto riguarda Widowmaker, invece, i danni del suo potente fucile da cecchino sono rimasti invariati per quanto riguarda gli headshot, ma sono di gran lunga diminuiti i danni al busto e agli arti. Cambiamenti del genere hanno profondamente inciso sui meccanismi di gioco, costringendo alcuni giocatori a modificare drasticamente il proprio stile di gioco. Questa è solo la prima delle molte patch che usciranno per il gioco, e in seguito verranno modificati sicuramente anche altri personaggi. Come in tutti i MOBA, infatti, come League of Legends o Heroes of The Storm, le patch sono una componente fondamentale che serve agli sviluppatori per correggere particolari errori di sbilanciamento che vengono fuori dopo l’uscita del gioco. La Blizzard, per quanto riguarda il bilanciamento dei propri eroi, ha fatto un lavoro eccellente, rendendo ognuno dei propri personaggi notato di particolare punti di forza e di debolezza, ma soltanto dopo ore e ore di gioco è possibile notare difetti che magari erano sfuggiti al team di sviluppo. Soltanto dopo l’uscita del gioco si sono resi conto che il letale cecchino Widowmaker era fin troppo letale: i suoi spari caricati, infatti, uccidevano fin troppo spesso con un colpo solo al busto anche personaggi full vita. Ciò la rendeva un personaggio fin troppo superiore agli altri, e le permetteva di tenere in scacco un team intero se nella mani giuste. Simile discorso vale per McCree, la cui sventagliata, seppur poco precisa, combinata alla sua potente granata stordente lo rendeva efficace in fin troppe situazioni, costringendo gli sviluppatori a diminuire drasticamente il danno dei suoi colpi.

Molti altri personaggi devono ancora essere nerfati (o, in alcuni casi, resi più efficaci), ma questa prima patch ha sicuramente fatto il proprio dovere.

Al giorno d’oggi, per fortuna, errori del genere possono essere corretti senza alcun problema. Specialmente per quanto riguarda le console, fino a non molti anni fa (Playstation 1 e Playstation 2, per intenderci), difetti del genere non sarebbero potuti essere corretti con patch o aggiornamenti. Basti pensare a uno dei molti casi che mi vengono in mente: in Dragonball Budokai Tenkaichi 2, uscito in Italia nel lontano 2007, uno dei personaggi dal maggiore potere distruttivo era Kid Bu. Una delle sue mosse speciali, infatti, non solo non era parabile, ma aveva un costo in energia veramente molto basso, rispetto ad altri eroi. Questa sua caratteristica, unita al fatto che i suoi attacchi di base erano veramente veloci e alle sue combo rapidissime e molto potenti, lo rendevano uno dei personaggi sicuramente più potenti di tutto il gioco, quasi insuperabile in combattimento. Tale sua caratteristica non poté essere corretta se non prima dell’uscita del terzo capitolo della saga, che grazie a delle oculate correzioni dei difetti precedenti riuscì a imporsi sul mercato come uno dei migliori titoli della saga Tenkaichi. Al giorno d’oggi, invece, un errore di questo tipo sarebbe stato corretto senza alcun problema con una patch che sarebbe stata pubblicata nemmeno un mese dopo l’uscita sugli scaffali del gioco. Se sfruttati a dovere, aggiornamenti del genere possono veramente modificare in modo drastico gli equilibrio del campo di battaglia, regalando un’esperienza migliore e più equilibrata a tutti i giocatori. Ovviamente, non se ne deve però abusare: le patch del Day 1, ad esempio, sono fin troppo comuni su console al giorno d’oggi, e precludono un’esperienza di gioco ottimale a tutti coloro che non dispongono di una connessione Internet a casa.