Salve a tutti e ben tornati!
Ci intrufoliamo ancora nel mondo dei videogiochi per analizzare uno dei tanti fenomeni che lo rendono particolare e bizzarro. Infatti con l’avanzamento delle tecnologie nascono sempre nuove possibilità e sempre più autonomia. Con un computer moderno, qualche altro strumento aggiuntivo e un po’ di olio di gomito, chiunque può impastare le mani nella programmazione e nella creazione di programmi. Le grandi compagnie devono affrontare i vari successi di alcuni “artigiani videoludici” che gridano a gran voce la loro dichiarazione di indipendenza! Arriverà mai per loro il tanto atteso Indipendence Day?
Vengono chiamati videogiochi indipendenti poiché i loro ideatori e creatori sono quasi sempre un gruppetto ristretto di persone oppure un unico sviluppatore che gestisce ogni caratteristica del gioco. Questi personaggi sono la prova che uno sbocco nel mercato ludico si può trovare, ma il difficile è rimanervi. In fondo non è facile competere con i titoli attesissimi e valutatissimi delle compagnie che ogni mese cercano di accalappiarsi una fetta sempre maggiore di pubblico. Come può un semplice appassionato o un gruppo di amici con una base di programmazione a intrufolarsi nel groviglio dei titani? Perché riescono a proporre qualcosa di diverso e semplice.
Con meno mezzi a disposizione è difficile riprodurre la qualità dei grandi titoli, ma a questa si sostituisce la creatività, che permette di creare un gioco che punta maggiormente a essere singolare e originale. Per sopravvivere devono andare alla ricerca del nuovo, di ciò che nessuno ha mai provato, con storie e meccaniche innovative. A questo si aggiunge la semplicità, che riesce a catturare subito il giocatore all’interno del contesto, senza che si debba sforzare a percepire ogni aspetto del gioco. Molti Indie sono riusciti a sbancare, poiché puramente senza troppe ambizioni, giocati per il solo gusto di svagarsi qualche ora.
In alcuni casi, però, l’indipendenza ha condotto a una banalizzazione del concetto di gioco. Nell’aggiungere semplicità si rischia la perdita di ogni abilità necessaria, arrivando al punto di interpretare l’eroica figura di un aspirapolvere automatico che vaga per la stanza in cerca di… polvere! Non è più la bellezza del gioco in quanto tale a renderlo famoso, ma l’idea bizzarra che sta alla base. Ma se togliamo i casi in cui il fenomeno è degenerato, il gioco Indie rimane sempre un’ottima rampa di lancio per idee innovative e divertenti, che a poco a poco possono svilupparsi velocemente e avere successo fra i giocatori.
Tuttora molti siti di crowdfunding e compagnie, tra cui Steam con GreenLight, si adoperano per portare alla luce le idee dei giocatori che intendono partire dal basso, nella speranza di guadagnare da ciò che fanno per passione. Ma arriverà mai il giorno in cui sarà veramente possibile dare la possibilità a ognuno di creare il proprio spazio in cui far trionfare l’impegno e la voglia di mettersi in gioco? Questo è il dilemma. Ciò che possiamo fare noi è scegliere se aiutarli o rimanere fedeli ai titoloni a cui siamo tanto legati. Alla prossima!
Il video game dell’aspirapolvere non lo conoscevo…. sono curioso di provarlo ma immagino che non sia il massimo del brivido!!!! 😉