Il successo dei Marvel Studios: pre e post 2008

Come dissi sin dall’inizio, mi sono aggiunto a questo gruppo per parlare non solo di videogiochi, come ho fatto fino ad ora, ma anche di fumetti. I fumetti, ad oggi, stanno vivendo probabilmente il periodo di massimo splendore dai tempi della Golden Age negli anni Quaranta: film targati Marvel o DC escono in sala con una frequenza sorprendente, e sbancano il botteghino posizionandosi sempre (o quasi) sulla vetta della classica, per quanto riguarda gli incassi. Gli ultimi film Marvel, come Ant-Man, Deadpool (anche se qui i diritti cinematografici appartengono alla 20th Century Fox) o Captain America: Civil War sono stati accolti da critiche decisamente positive, ma sono soltanto il proseguo di un cammino iniziato nel 2008 con Iron Man, che ha dato inizio a quello che tutti conoscono come l’Universo Cinematografico Marvel. Proprio da questo vorrei partire per il mio articolo di oggi: come ha fatto la Marvel ha “inventarsi” potenza cinematografica, in grado di sfornare blockbuster dagli incassi milionari? Le cause sono praticamente le stesse che hanno fatto sì che anche la Marvel Comics, negli anni Sessanta, riuscì ad affermarsi sulla scena editoriale americana e mondiale.

Il tutto ebbe inizio nel 1961 quando Stan Lee, affiancato dal talentuoso disegnatore Jack Kirby, decise di creare i personaggi dei Fantastici Quattro, un gruppo di supereroi formato da Mr Fantastic, la Donna Invisibile, la Torcia Umana e la Cosa. Successivamente, vennero creati anche i personaggi di Hulk, il gigante verde che tutti conosciamo grazie all’interpretazione di Mark Ruffalo al cinema, l’Uomo Ragno, che vedremo presto in sala interpretato da Tom Holland, e Thor, il dio norreno che ha il volto di Chris Hemsworth. Lee decide coscientemente di ambientare tutte le loro avventure nello stesso universo narrativo, così che ben presto tutti i suddetti eroi iniziarono a incontrarsi/scontrarsi. Nel corso degli anni numerosi nuovi personaggi si sono aggiunti all’elenco, andando a creare un mondo, un universo coeso nel quale tutti loro vengono più o meno spesso in contatto. Fu proprio questo il motivo del grande successo che investì la Marvel nel 1961, che sino a quel momento non era riuscita ad affermarsi nell’editoria “supereroistica”: sapere che Spider-Man, Hulk, gli X-Men e tutti gli altri eroi targati Marvel si muovevano nello stesso universo narrativo dava modo agli sceneggiatori di creare i cosiddetti crossover, storie in cui personaggi di altre testate “invadevano” il fumetto che si stava leggendo. E così non era raro vedere Spider-Man collaborare con i Fantastici Quattro, gli X-Men scontrarsi con Hulk, e così via. La creazione di questo universo narrativo vivo e pulsante, reale, fu una delle pensate più geniali di uno Stan Lee che riuscì in questo modo a dare una direzione del tutto nuova alla Marvel Comics, portandola su una strada che di lì a pochi anni le avrebbe assicurato un successo mondiale senza pari.

Facciamo adesso un salto in avanti, fino al suddetto 2008, anno di uscita nelle sale di Iron Man. A quel tempo, i Marvel Studios, la divisione della Marvel Entertainment dedita alla realizzazione dei film con protagonisti gli eroi della Casa delle Idee, non era il colosso che è adesso. Prima di quell’anno, la Marvel Entertainment aveva deciso di “appaltare” a case di produzione esterne lo sviluppo di film sui suoi personaggi: la trilogia degli X-Men, ad esempio, venne realizzata dalla 20th Century Fox, che divenne la detentrice dei diritti per ulteriori film sui mutanti. Fu così che personaggi come Spider-Man, I Fantastici Quattro, Devil e molti altri passarono nelle mani di altre case produttrici. I diritti di alcuni di loro sono adesso ritornati alla Marvel, altri invece, come gli X-Men e i Fantastici Quattro, restano ancora in mano alla 20th Century Fox. Fu soltanto nel 2005 che Marvel Studios, sotto la direzione del brillante Kevin Feige, decisero di stravolgere totalmente la propria strategia e di iniziare a produrre e a distribuire da soli i propri film. Visti i numerosi insuccessi, finanziari e di critica, dei film “appaltati”, la Marvel aveva deciso di sfruttare personalmente i propri personaggi, potendo così contare su di un maggior controllo creativo sulle proprie creazioni. Fu così che nel 2008 uscì nelle sale Iron Man, il film che diede alla luce l’Universo Cinematografico Marvel.

Uno dei grandi problemi dei film Marvel pre-2008 fu il fatto che ogni personaggio agiva in una realtà diversa rispetto agli altri, proprio a causa della spinosa questione dei diritti: così i Fantastici Quattro, Spider-Man e Devil, ad esempio, agiscono tutti a New York, ma in dimensioni differenti, senza quindi mai potersi incontrare. Il colpo di genio di Feige fu di prendere i personaggi di cui la Marvel aveva ancora i diritti, come Iron-Man, Thor e Capitan America, e ambientare le loro avventure nello stesso universo condiviso, l’Universo Cinematografico Marvel, appunto: una manovra in tutto e per tutto simile a quella fatta da Lee negli anni Sessanta per rilanciare le testate fumettistiche dei supereroi. Ed è così che Capitan America, dopo essersi risvegliato ai giorni nostri dopo settant’anni nel ghiaccio, può incontrare il geniale miliardario playboy Tony Stark, AKA Iron Man, e Thor, il dio norreno del tuono, per formare insieme a loro gli Avengers.

Una formula vincente che ha permesso ai Marvel Studios di affermarsi in tutto il mercato cinematografico mondiale, un esempio che non a caso anche la DC Comics ha deciso di seguire negli ultimi anni, rendendosi conto di quanto sia redditizio creare un mondo, vivo, unitario e condiviso nel quale ambientare le avventure di tutti i propri eroi.