GDR: UNO SGUARDO AL PASSATO, Guerre stellari

Bentornati e ben trovati a tutti quanti. È passato un bel po’ di tempo dalla mia ultima disamina riguardo i vecchi giochi di ruolo. Abitualmente, in occasioni simili, prendevo in considerazione un genere piuttosto che un singolo gioco ma, vista la rilevanza di Star Wars ho deciso di parlare solo di questo. In effetti esistono innumerevoli titoli ambientati in questo universo di fantasia, la Fantasy Flight Games è stata solo l’ultima ad aver affrontato l’argomento (sotto più punti di vista, uno dei quali esaminato qui). Prima ancora toccò alla Wizard of the Coast, che usando il suo d20 system, ne propose due diverse implementazioni, prima nel 2000 e poi nel 2007 (la cosidetta Saga Edition). Io però voglio parlarvi di dove tutto è cominciato, almeno dal punto di vista ludico: Guerre Stellari il gioco di ruolo, creato dalla West End Games è localizzato qui in Italia dalla Stratelibri ormai quasi 30 anni fa.

Ambientazione

Cercare di parlare di ambientazione quando si tratta un argomento celeberrimo come Guerre Stellari mi provoca quasi una punta di imbarazzo, visto che probabilmente tutti quelli che stanno leggendo queste mie parole sanno bene di cosa si tratta, dato che è una delle più famose saghe di fantascienza cinematografica e quella più rappresentativa del genere Space Opera. Ora non mi metterò a raccontare per filo e per segno le avventure di Luke Skywalker, Han Solo, della Principessa Leia e compagnia bella, basti sapere che il gioco fa riferimento solo alla trilogia “originale”, cioè i film numerati da IV a VI (per ovvi motivi cronologici, visto che le pubblicazioni vennero interrotte anni prima dell’uscita de “La minaccia fantasma”) e alla trilogia di Thrawn (serie di romanzi di Timothy Zahn, oggi non del tutto canonica).

Meccaniche

Il sistema di gioco impiegato da Guerre Stellari il vecchio d6 system della West End Games, utilizzato anche in alcuni titoli minori della stessa editrice che non hanno ricevuto ampia distribuzione sul mercato italiano. Si tratta di una dinamica basata su riserve di dadi a 6 facce determinate dalle abilità, che a loro volta si basano su 6 diverse caratteristiche (alcune più convenzionali, altre meno, come meccanica e tecnica). Il risultato ottenuto lanciando i dadi indicati dalla riserva e sommando i valori ottenuti viene confrontato con la difficoltà prevista (o come risultato di un tiro contrapposto, in caso che ci sia un conflitto), determinando così il successo o il fallimento dell’azione tentata. In ogni tiro eseguito bisogna, prima di effettuarlo, indicare uno dei dadi che ricoprirà il ruolo di dado del destino, atto a simulare l’effetto favorevole o avverso della sorte (alle volte con risultati decisamente improbabili e buffi).
La parte bassa delle meccaniche, nonostante l’età, ha retto piuttosto bene; altrettanto non può essere detto di quelli che dovrebbero essere i due pezzi forti dell’ambientazione: la Forza e le astronavi.
Per quanto riguarda il primo argomento ci sono ovvi problemi di bilanciamento, non tanto per come funziona (deve essere potente, non riuscirebbe a simulare quello che deve) ma per l’ambiguità riguardo il miglioramento di queste capacità. Tocca al Game Master scegliere la giusta via, seguendo uno dei due percorsi più palesi si otterrà solo di rendere i progressi troppo lenti (e quindi frustranti per il giocatore che usa il jedi) o troppo veloci (in tal caso sarà frustrante per tutti gli altri).
Un discorso simile può essere fatto per la gestione dei combattimenti spaziali ed in genere le regole per i mezzi, infatti grande attenzione è dedicata a una moltitudine di manovre e situazioni particolari che all’atto pratico sono poco rilevanti. Il narratore anche in questo caso dovrà usare più il proprio buon senso e la propria esperienza che non attenersi pedissequamente alle regole (bisogna riconoscere che è una problematica che si nota facilmente e altrettanto facilmente si può risolvere).


Conclusioni

Sebbene il sistema senta un po’ il passare del tempo (35 anni dalla prima edizione) e che già all’epoca avesse alcuni limiti che ho già evidenziato sopra, il fascino del mondo di Guerre Stellari è rimasto praticamente invariato dal lontano 1977, e questo gioco rievoca bene quello spirito, anche meglio di alcuni prodotti più recenti, in particolare se si cerca qualcosa di semplice e leggero che possa lasciare spazio alla narrazione. Per chi fosse interessato, pur essendo fuori produzione da molto tempo, può essere recuperato con una certa facilità e a buon prezzo in occasione di fiere o presso negozi ben forniti e aperti da tempo.

Infine per i grandi appassionati che non possono fare a meno di rispolverare questo classico esiste, solo in lingua inglese, un cofanetto commemorativo pubblicato dalla Fantasy Flight Games che comprende il manuale base e la guida all’ambientazione, uscito qualche anno fa, ma che ha cominciato solo di recente a vedersi nei negozi dalle nostre parti.

Alla prossima