FACILIS DESCENSUM AVERNI – 06 – La visione del peccato

Benvenuti o bentornati! Quest’anno, per la collaborazione tra le due associazioni Camarilla Italia e Torre Nera, vi propongo un progetto di una storia a puntate, iniziata a gennaio, libera interpretazione delle tematiche del Mondo di Tenebra (ambientazione di alcuni dei giochi di ruolo della casa editrice White Wolf).

Un esperimento, anche per me, che spero possa intrattenere.

Buona lettura!

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In quell’istante di distrazione, sento in lontananza l’odore inconfondibile. Si fa strada tra lo smog, la fogna e il cibo servito nelle taverne poco distanti. Cerco di tornare sui miei passi, pensare di tornare da lui, ma è più forte di me, stavolta. Decido di seguirne la scia.

Dopotutto, in parte è colpa sua se mi sono ridotto così.

Nascondo la collana nella tasca dei pantaloni e corro silenzioso tra i vicoli. Sembro un segugio alla ricerca della sua preda. Chissà se anche lui, quella notte, si è sentito così.

Non devo girovagare a lungo, mi basta poco per giungere nel punto esatto da cui ha origine quel profumo. Mi aspettavo di trovare un uomo a terra, con un braccio o la fronte tagliata, vittima di una rissa o di un agguato.

Ma ora, quell’uomo non è solo. Al suo fianco c’è un’ombra, quasi lo sovrasta come se avesse peso e consistenza. Quello che mi sembrava una semplice illusione, inizia a muoversi, addosso al malcapitato che rimane immobile, come arreso di fronte alla sua sfortuna.

L’ombra è come lui. L’uomo è come me in quella notte in cui tutto è cambiato.

Regolo il respiro, voglio andarmene. Ma per qualche motivo rimango a guardare. La vita scivola via, di fronte ai miei occhi. Più la morte arriva, più il profumo inebriante mi fa impazzire.

La crudeltà a cui assisto mi da conferma di quanto ancora io sia umano. Provo pietà per quella vittima del fato che non vedrà più la luce del sole. Il suo battito si fa sempre più lieve, fino a cessare.

L’ombra di fianco a lui ansima soddisfatta, pulendosi la bocca, leccando le mani. La sua espressione è paonazza, eccitata, come in preda di chissà quale visione. Gli occhi escono quasi dalle orbite, pieno di un potere che solo lui conosce.

Brandendo un coltello copre il morso in corrispondenza dei polsi con un taglio netto, su entrambe le braccia. Fa cadere l’arma lì vicino e si dilegua, senza che io possa fare qualcosa.

Che cosa, poi?

Non avevo ancora assistito ad una scena simile. È davvero quello il mio aspetto quando mi nutro? Mi vergogno. C’è qualcosa di tremendamente sbagliato.

Lentamente mi avvicino al cadavere, per scorgere il volto di un uomo comune. È morto con gli occhi aperti, mi fissa con fare accusatorio.

No, non è colpa mia. Non potevo fare niente. Se fossi intervenuto, avrei firmato la mia condanna. In qualche modo, lui sarebbe venuto comunque a saperlo. Attaccare un suo simile non è tra i miei compiti. Se fossi intervenuto mi avrebbe fatto passare le pene dell’inferno. E l’umano sarebbe comunque morto.

Il peccato si sarebbe comunque compiuto. Perché non c’è modo di fermarlo, una volta in atto. Lascia traccia di sé, un segno indelebile, come una ferita nel mondo che sanguina e diffonde dolore.

È questo ciò che diventerò?

Mentre torno davvero sui miei passi, il tormento sovrasta la fame.

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Tiziana Valentino

Gruppo letterario Camarilla Italia

www.camarillaitalia.com