Eccoci qui, di ritorno con una nuova pagina del “Diario di una giocatrice di ruolo imbranata”, una serie di riflessioni sul mondo del gioco di ruolo live, più precisamente quello legato ai vampiri dell’associazione Camarilla Italia, dove per l’appunto sto giocando.
Faccio questa precisazione che a me sembrava scontata ma a quanto pare non lo è: ho ricevuto qualche critica a riguardo, ragion per cui ho ritenuto opportuno specificare l’ovvio ma che, a quanto pare, non lo era poi così tanto.
Errore mio, mea culpa.
Procediamo con questa nuova pagina, che ha come titolo una domanda che potrebbe far saltare i nervi ai nerd, ovvero “chi ha vinto?”
E sì, so cosa state pensando: questa domanda la fanno per lo più le madri dopo che siete tornati da una sessione…o comunque non appena sanno che siete andati a farvene una.
Conosco pure il senso di frustrazione che vi attanaglia per la ciclicità del quesito: non importa se vi siete sbattuti per spiegare che non è solo un gioco competitivo, non è come una partita di calcio dove i punti determinano un vincitore; tanto dopo neanche un mese sarete di nuovo punto e a capo, con la stessa domandina che vi verrà posta con tono cinguettante in ottava superiore.
Nel cartaceo è leggermente più semplice. Il master vi ha sbragato le mutande con un megamostro? Avete perso.
Siete riusciti ad uscire dal dungeon tutti integri o parzialmente integri? Avete vinto.
Facile no?
Ma nei live come funziona?
Anche qua facciamo un distinguo. Nei Larp a stampo medieval fantasy è già più semplice capire “il vincitore”.
Sbraghi mostri, casti incantesimi, riempi di mazzate gente a caso con mirabolanti spade di gomma piuma.
Facile no?
Disclaimer: So benissimo che i larp fantasy/medievali abbiano tutta una loro meccanica e non si basino solo sul “picchia mostro e ruba il bottino”. Non sono esperta nel settore, accetto eventuali critiche a riguardo, in caso.
E nei live di vampiri? In un gioco dove la fisicità è ridotta ai minimi termini e si basa tutto su intrighi politici e interazione sociale, come si stabilisce chi vince e chi perde?
Da nabba qual ero, ho sempre creduto che vincere in un live vampiri fosse portare a termine una determinata trama su cui porre il mio nome o parte di esso. Ricevere bonus da una certa mia azione, premi narrativi per aver partecipato attivamente e cose simili.
Posso dire che tutto questo sia sbagliato?
No.
Andiamo, non prendiamoci in giro: vincere piace a tutti. Tutti abbiamo un minimo di spirito competitivo che ci permette di metterci in gioco, gareggiare contro gli altri, batterli e arrivare sul podio. Ci piace, ci gratifica pure in qualche modo, è un processo che oserei dire umano.
Posso dire che tutto questo costituisca il “vincere” in un gdr live a tema vampiri?
Assolutamente no.
Torniamo un attimo a ciò che significa “giocare di ruolo”. Lo abbiamo già detto, ma lo ripeteremo: interpretare, immedesimarsi, calarsi nei panni di un qualcuno che è altro rispetto a noi.
Ecco, il senso intimo della “vittoria” credo sia proprio qui.
Interpretare il proprio personaggio.
Interpretarlo bene, però. Con i suoi pregi, i suoi difetti. Giocarsi le sfumature caratteriali e adagiarle al corso degli eventi, prendendone parte per come meglio si può.
Va bene? Tanto meglio.
Va male? Giocati l’incazzatura. Ma giocatela in live, perchè è comunque un gioco.
I problemi sono altri.
Sì lo so cosa state pensando: “Questo è un discorso da volpe che non arriva all’uva”.
Già. Lo pensavo anche io, lo ammetto, perchè fondamentalmente ho un grosso difetto ed è l’incapacità di perdere. Ma proprio no eh, della serie che mi incarognisco brutto: con il tempo, però, ho capito una cosa importante che mi ha fatto affrontare il gioco in modo diverso e che ha influito positivamente sulla mia filosofia.
Gioca coerentemente. Gioca il tuo personaggio, a tutto tondo.
Giocando con coerenza mi sono resa conto di essere molto gratificata, in un modo che mi ha fatto dimenticare di essere praticamente ai margini della storia nazionale: nella mia storia, quella del mio personaggio, sono al centro.
Vuoi vincere la trama? Vai, impegnati.
Ma il vero vincitore non è quello che si mette nel carro dei vittoriosi ad ogni fine trama, è quello che prima di tutto interpreta bene il ruolo che si è scelto.
Questo credo sia fondamentale.
E con questo è tutto per stavolta. Come al solito, questo è un pensiero, condivisibile o meno, non prendetelo come un vademecum ma per quello che è: una pagina di diario, personale, ma criticabile, ci mancherebbe.
Al prossimo mese!
Sofia Starnai
Gruppo letterario Camarilla Italia
http://www.camarillaitalia.com