GRV spiegato a mia nonna | Un narratore per amico

Giocare di ruolo dal vivo significa metterci la faccia. Andando avanti nella mia carriera di Narratore mi rendo sempre più conto di quanto questa affermazione sia vera e prendo coscienza delle sue implicazioni. Di fatto ognuno vive l’esperienza ludica come meglio crede, a seconda delle sue aspettative e dei suoi obbiettivi.

C’è il Giocatore disimpegnato a cui interessa trascorrere una serata in compagnia in maniera diversa dal solito. È legittimo. Anzi, è una buona cosa. Arrivare alla sera del live con l’entusiasmo e la spensieratezza di chi gioca per il solo gusto di recitare e divertirsi aggiunge brio alla serata, contribuisce ad alleggerire la situazione e rappresenta un’utile ancora con la realtà.

C’è però anche il Giocatore affamato di sfida, quello desideroso di mettersi alla prova, che cerca di spargere sangue, sia esso il proprio o quello del nemico. Da un live si aspetta colpi di scena, situazioni tese ed occasioni in cui spingere al massimo la sua fame di battaglia. Per lui il Personaggio è uno strumento, un prolungamento di sé col quale interagire col Mondo di Gioco.

Infine c’è il Giocatore alla ricerca della catarsi, per il quale interpretazione ed interazione fra Personaggi sono due aspetti vitali. Per lui rapportarsi con gli altri è il momento massimo del gioco e recitare rappresenta un tramite per emozionarsi e lasciarsi catturare dal momento. Per lui il sottile confine fra Giocatore e Personaggio spesso è sottile.

La sfida per un Narratore è in primo luogo riuscire a venire incontro ad esigenze tanto diverse. È difficile bilanciare la proposta narrativa in maniera tale da mantenere un clima teso pur lasciando tempo alla pura interpretazione e dando spazio anche a chi vuole soltanto passare una serata senza pensieri. Eccedere a favore di un aspetto rispetto ad un altro finisce per scontentare qualcuno e nel complesso mina l’equilibrio del gioco. Cercare di accontentare tutti non è una speranza ma un obbiettivo da perseguire con costanza e dedizione.

L’altra sfida e sapere rispondere a quanto quelle esigenze provocano. Nella mia esperienza il Giocatore alla ricerca dello scontro ha bisogno di essere tenuto costantemente impegnato. Deve sempre avere qualcuno da uccidere, o qualcosa da trovare, o qualche obbiettivo da raggiungere, il tutto nella consapevolezza che questa brama non ha fine e quindi al termine di una battaglia deve essercene subito un’altra. Complesso è anche calibrare la sfida e cercare di rendere i Giocatori consapevoli dei loro limiti, sia tecnici che interpretativi. Il grosso rischio è di fomentare un approccio a porte-sfondate-a-calci, con situazioni affrontate in maniera diretta senza soffermarsi sul loro significato.

Il Giocatore amante dell’interpretazione, invece, rischia di scivolare su quella ripida china fra il lasciarsi coinvolgere dal gioco ed il diventare il proprio Personaggio. Quand’ero ancora un Giocatore – sembra passata una vita – sicuramente appartenevo a questa categoria. Per riuscire ad interpretare dovevo lasciare che il PG prendesse possesso di me, divenendo IO un tramite per le SUE emozioni. Era coinvolgente, intenso, un’esperienza forte. Una droga, sotto certi aspetti. A mio avviso è l’esistenza di questo tipo di Giocatori a rendere il GdR dal vivo davvero magnifico. Anche indirettamente, la loro sola presenza coinvolge tutti e porta l’intero gioco ad un livello più alto. Per un Narratore la sfida è mantenere l’equilibrio fra le due realtà del gioco, facendo attenzione a mantenerle distinte. Occorre farsi carico di tutto quello che i Giocatori hanno da esprimere, comprese ansie e frustrazioni, per mantenere l’ambiente sano e libero da drammi.

Mano a mano che la mia esperienza come Narratore aumenta e sono messo a confronto con le mie debolezze mi rendo conto di quanto sia frustrante non saper dare la risposta giusta a tutte le domande che mi vengono fatte. Personalmente la trovo una mancanza nei confronti di Persone che hanno deciso di mettere una parte della loro vita, nella forma del tempo che dedicano all’associazione, nelle mie mani.

La fortuna di fortuna di far parte di Camarilla Italia sta nel fatto che tutte le sfide narrative possono essere condivise con chi, come me, ha scelto di diventare Narratore e svolge il suo ruolo con devozione.

Questo segna la fine dell’articolo. Come sempre, se desiderate che venga trattato un argomento particolare o avete delle domande, sentitevi liberi d’inserirle nei commenti ed io cercherò di venirvi incontro al meglio delle mie (relative) capacità.

Per ora l’augurio di una Lunga Notte e, sino al nostro prossimo incontro, complottate con giudizio!


Edoardo Bressan
AVST Bologna
Gruppo Letterario Camarilla Italia
www.camarillaitalia.it