GRV spiegato a mia nonna | Personaggio originale oppure abominio?

Nelle rare occasioni in cui sono stato Giocatore ho sempre cercato di tendere al massimo i limiti dell’Ambientazione per creare dei Personaggi, appunto, al limite del consentito. Per anni sono stato convinto che questa fosse un’indubbia dimostrazione di originalità, la prova delle mie capacità superiori e della mia impareggiabile inventiva, probabilmente perché nella vita reale ero e sono una persona squisitamente ordinaria. Ma in questo ho sempre sbagliato, ora vi spiego perché.

Ognuno di noi vuole, a modo suo, creare un Personaggio inimitabile. È naturale, è giusto. La bellezza del Gioco di Ruolo è vivere la propria storia, non rivivere quella di qualcun’altro. Così cerchiamo di affermare con forza l’unicità della nostra creazione, di renderla differente da tutte le altre perché in fondo è questa l’essenza dell’originalità: essere diversi dal resto, slegarsi da ciò che è considerato ordinario, normale. Ma cosa accade quando tutti rifuggono la normalità, quando tutti sono speciali? A quel punto è la normalità a diventare particolare e ciò che è anomalo diventa inevitabilmente banale. Questo accade perché spesso tendiamo a concepire l’unicità come un qualcosa a prescindere, d’intrinseco al Personaggio dal momento della sua creazione e dettato da talune caratteristiche scelte da noi a tavolino. È tautologico, il Personaggio è speciale perché è speciale, perché come lui (per fortuna) non c’è nessuno. Con questa premessa il modo più immediato per raggiungere l’originalità è definire alcuni elementi che vadano oltre i limiti del Mondo di gioco. Se tutti i Vampiri sono malvagi e vivono di notte il nostro sarà buono e vivrà alla luce del sole, no? Tutti agiscono e rispondo ad una certa logica, noi no.

Le mie esperienze come storyteller mi hanno invece dimostrato che l’originalità vera non è un dato di fatto ma un concetto che si afferma attraverso il gioco, un traguardo che si raggiunge ed una dote che va dimostrata. Per aspirare a ciò è necessario conoscere anzi tutto il Mondo entro il quale il proprio Personaggio si dovrà muovere, le sue regole ed i suoi limiti. È parte del fascino del gioco capirne la struttura e riuscire a creare un nuovo componente che si armonizzi perfettamente col funzionamento della macchina in generale e degli altri pezzi nel particolare. Partendo da una buona conoscenza di base è quindi possibile comprendere quali sono gli aspetti dell’Ambientazione più idonei a quanto si vuole creare. Essi infatti non sono una debolezza da rifuggire ma una risorsa, sono l’insieme degli elementi che combinati danno vita a qualcosa di unico e questa unicità si dimostra in come questi elementi influenzano il modo di agire e pensare del Personaggio. Così facendo affermare ad alta voce “Io sono unico!” diventa superfluo perché sono le azioni a farlo da sole, in maniera discreta ma evidente.

Ho preso maggiormente coscienza di queste differenti realtà quando ho accettato il ruolo di Narratore in Camarilla Italia ed è diventato mio compito cercare d’indirizzare i Giocatori verso la creazione di un Personaggio aderente al setting. Quella di uscire dai confini è una tentazione forte ed è di fatto un modo semplice e di successo per creare qualcosa di mai pensato prima ma questo non essere mai stato tentato spesso è dovuto al fatto che, di base, è una cattiva idea. Un Vampiro astronauta è qualcosa di tanto particolare quanto idiota perché si allontana completamente dai cardini della realtà alla quale esso appartiene. È alieno, non unico. La vera originalità si percepisce invece in quei Personaggi fortemente caratterizzati che vanno ad attingere agli elementi meno giocati dell’ambientazione in modo tale che il prodotto finale sia ricco di dettagli e che tali dettagli emergano durante il gioco. Sono Vampiri in un Mondo di Vampiri ma lo sono a modo loro e secondo una formula difficile se non impossibile da imitare.

È la differenza fra scrivere una storia autocelebrativa chiusa in sé stessa e far parte di un racconto più grande in cui il proprio Personaggio ha un ruolo fondamentale ma non è lui stesso la storia. È la differenza fra giocare da soli e con gli altri.

L’ennesima frase stucchevole segna la fine dell’articolo. Se tutto va come spero il prossimo articolo sarà dedicato a Foedum Exitu Foedum Inceptu, evento nazionale estivo che ha luogo al Castello del Piagnaro presso Pontremoli.

Per ora l’augurio di una Lunga Notte e, sino al nostro prossimo incontro, complottate con giudizio!


Edoardo Bressan
AVST Bologna
Gruppo Letterario Camarilla Italia
www.camarillaitalia.it