GRV spiegato a mia nonna | La nascita di Egisto Gonzaga

In un precedente articolo ho parlato di come un Vampiro prende vita, passatemi il termine. Da quando sono diventato Narratore l’onere e l’onore di creare Personaggi è stato sostituito dalla necessità di creare PNG. Ragionando in termini teatrali, se i PG sono i protagonisti i PNG rivestono il ruolo delle comparse. Meglio ancora, sono degli strumenti volti a realizzare una funzione narrativa. Questo impone loro di concretizzare la propria resa scenica in maniera molto più immediata e diretta di un Personaggio vero e proprio, sia per il bisogno concreto di accompagnare il gioco in una certa direzione sia per una mera questione di tempo. Un Giocatore crea un PG con la speranza di poterlo interpretare in eterno, un Narratore ha il bisogno di attirare un certo tipo di attenzioni e veicolare un certo tipo di messaggi nell’arco di una serata o poco più.

Per il live del 14 Ottobre a Bologna ho interpretato Egisto Gonzaga. Questa è la sua storia.

• Premessa

Chi è Egisto Gonzaga? È prima di tutto un Nosferatu, ossia esponente di Clan di vampiri mostruosi, dove la maledizione della non-vita sfigura in maniera feroce il corpo. È poi un Invictus, ossia membro di una Congrega elitaria e fortemente classista, il cui scopo principe è quello di dominare la Danza Macabra ed imporsi come guida dei Dannati tutti, accentrando su di sé tutto il potere possibilmente togliendolo alle altre congreghe. Infine è parte di un Casato, ossia un consesso di Vampiri Invictus riuniti sotto un singolo stemma dinastico. Egisto è tutte queste tre cose e ciascuna di esse contribuisce in maniera diversa a definirlo.

Funzione Narrativa

Volendo ridurlo ai minimi termini senza in questo rivelare dettagli della Trama, Egisto giunge a Bologna come messaggero. Di norma avrei potuto giocare sulla fama mittente per dar peso al suo messaggio, ma in questo caso mi occorreva che il PNG stesso avesse un certo valore all’interno della Congrega. Ho per questo deciso di farne una Grazia, ossia un grado intermedio, un Vampiro che ha sì imposto la propria presenza nel Requiem ma non si trova ancora sul gradino più alto della scala gerarchica. Avevo bisogno che le sue parole risultassero credibili ed autorevoli ma al tempo stesso volevo evitare di farlo apparire come un messo portatore del verbo supremo al quale rivolgersi con deferenza e senza diritto di replica.

Così facendo l’ho messo in condizione di parlare con tutti i suoi compagni Invictus senza il rischio di essere zittito in malo modo e senza catalizzare necessariamente tutta l’attenzione.

• Creazione del Costume

Ciò che ha reso Egisto una Grazia è l’essere Maestro dell’Accademia del Buon Gusto, l’organo che nell’Invictus disciplina il rispetto delle tradizioni e dell’etichetta. Nella visione della Congrega, imporsi un rigido codice di comportamento ha la duplice funzione di tenere a freno la Bestia – il demone che minaccia di ridurre il Vampiro ad un mostro senza controllo – e creare un’aura di ordine all’apparenza incrollabile. Secondo questo codice, ogni Vampiro deve vestire secondo i colori del proprio Clan. Nel caso dei Nosferatu, il nero ed il verde.

Come elemento principale del costume ho scelto un impermeabile nero a collo alto. Da solo copriva la maggior parte del mio corpo e ci ho abbinato camicia, pantaloni e scarpe da sera dello stesso colore. Questo ha creato un base molto scura  ed omogenea.

Per rendere l’aspetto mostruoso e grottesco dei Nosferatu avevo due possibilità. Affidarmi alle esperte mani delle nostre truccatrici oppure giocare su una particolarità del Clan, soprattutto nella sua declinazione Invictus. Purtroppo ho un rapporto conflittuale con il trucco, quindi ho scelto l’altra via.

Ho coperto le mani con un paio di guanti di pelle e sul viso ho indossato un passamontagna, riuscendo a nascondere i bordi rispettivamente nella maniche dell’impermeabile e nel collo della camicia. Una volta di più ciò ha ridotto la mia figura ad un grande ammasso di nero senza darle alcuna reale caratterizzazione.

Per rispettare le norme del Buongusto ho scelto una pochette verde chiaro molto discreta. Ho pensato fosse una soluzione elegante per introdurre un colore a me non molto affine. Ho poi aggiunto dei gemelli a forma di teschio d’oro, per aggiungere un punto di luce nell’eventualità in cui mi fossi trovato ad essere senza soprabito e, con l’oro, rimandare alla potenza della Congrega. L’elemento di maggior spicco è stata però la maschera, che in gioco i membri del Clan si fondono sul viso legandola a sé in maniera permanente.

Per realizzarla sono partito da un accessorio di Halloween, una mano scheletrica che regge un mezzo teschio per creare una sorta di grottesca maschera da Carnevale Rinascimentale. Separati i due elementi ho steso prima una mano di vernice aggrappante, poi una di vernice dorata, quindi una copertura simil bronzea per dare un’aspetto metallico ed infine uno strato protettivo. All’interno ho fissato due nastri, così da poterli legare dietro la nuca facendoli sparire sotto il passamontagna.

Detesto gli sprechi, per cui ho usato lo stesso trattamento anche per la mano scheletrica, che avrei portato alla cintura come una sorta di spada.

Come tocco conclusivo ho deciso di fargli indossare un basco sempre nero, così da dargli un aspetto molto serio e solo vagamente marziale.

• Resa Scenica

La sua appartenenza di Clan, Congrega e Casato hanno fatto di Egisto un vampiro sicuro di sé, forte della propria posizione ma al tempo stesso molto controllato. Gli ho dato una voce bassa e roca, per rendere ancora di più l’idea di un corpo devastato tanto all’esterno quanto all’interno. Ho deciso che avrebbe camminato con passi lenti e decisi per richiamare un certo qual gusto da accademia militare. I suoi trascorsi l’hanno reso estremamente classista, portandolo a disprezzare le altre Congreghe al punto da rifiutare d’interagire con loro se non in casi strettamente necessari.

Ho quindi avuto la possibilità di dargli un’interpretazione estremamente formale con i membri del Invictus e scostante ai limiti dell’assurdo con tutti gli altri. Al punto da rifiutare persino di toccarli, usando la mano scheletrica come una sorta di strumento per scacciare la plebe.

Provate ad immaginare questa creatura avvolta dalle tenebre, dove spicca l’oro della maschera al cui interno brillano gli occhi, unico vettore assieme alla voce di un’emotività comunque estremamente controllata, mentre cammina spostando gli altri con l’ausilio di un braccio probabilmente umano.

• Riflessione Conclusiva

Il successo di un PNG è dato in parte dal numero d’interazione durante la serata di gioco ed in parte dai contatti avuti nei giorni successivi. Se ha saputo attirare l’attenzione allora in molti saranno andati a parlare con lui, mentre se quello che aveva da dire ha colpito nel segno allora cercheranno di contattarlo per saperne di più.

Alla fine, per quanto sia normale per un Narratore affezionarsi ai propri PNG, occorre sempre ricordare che sono e devono rimanere degli strumenti. Hanno uno scopo, esistono in funzione del loro ruolo ed in accordo ad esso devono muoversi, senza avere obbiettivi o aspirazioni al di fuori di quelli previsti per loro.

Anche se, magari, vivranno soltanto per una notte.

Questo segna la fine dell’articolo. Come sempre, se desiderate che venga trattato un argomento particolare o avete delle domande, sentitevi liberi d’inserirle nei commenti ed io cercherò di venirvi incontro al meglio delle mie (relative) capacità.

Per ora l’augurio di una Lunga Notte e, sino al nostro prossimo incontro, complottate con giudizio!


Edoardo Bressan
AVST Bologna
Gruppo Letterario Camarilla Italia
www.camarillaitalia.it